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La compagnia Teatro Oltre in scena per i loro compagni di scuola

Il 26 marzo, presso la Casa Circondariale di Asti, in scena lo spettacolo teatrale allestito dalla compagnia Teatro Oltre per i loro compagni di scuola.

Utente Amministrazione

da Amministrazione

Dirigente Scolastico

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Nella mattinata di mercoledì 26 marzo, presso la Casa Circondariale di Asti, è andato in scena lo spettacolo teatrale allestito dalla compagnia Teatro Oltre, nell’ambito del progetto “La città entra in carcere”. L’importanza di tale momento di condivisione risiede nel fatto che ad assistere allo spettacolo sono stati principalmente i giovani studenti dell’Istituto “G. Penna”, i quali hanno avuto modo di vedere e ascoltare le testimonianze, attraverso il medium teatrale, dei loro compagni di scuola: i detenuti coinvolti nei percorsi di formazione carceraria. Si tratta di un’occasione che il Dirigente Giorgio Marino ha definito “indispensabile per il percorso umano delle studentesse e degli studenti, in grado di toccare con mano le esperienze umane e di riflettere sul senso della giustizia”. Lo spettacolo della compagnia Teatro Oltre, infatti, costituisce il culmine di un percorso che ha visto i giovani studenti dell’Istituto incontrare i membri della Polizia Giudiziaria e della Magistratura: in tale percorso è stata posta grande attenzione sul senso del diritto, del dovere, della giustizia e sulla loro applicazione concreta nella vita quotidiana.

“Non si tratta, tuttavia”, continua il Dirigente, “di manifestare un mero senso didascalico, quanto di insistere su quello catartico espresso dagli attori: l’opera, infatti, pone al centro temi come l’errore, la sua consapevolezza e l’importanza del riscatto, che si ottiene attraverso l’Istruzione, la quale è intesa al contempo come dovere e, soprattutto in casi particolari come la formazione carceraria, come un diritto”.

Tale momento, inoltre, risulta essere stato percepito dagli studenti come costitutivo della propria esperienza umana: oltre che essere coinvolti dalla profondità dello spettacolo, essi sono stati colpiti anche dalla dimensione, fino ad ora a loro estranea, in cui vivono i detenuti; una dimensione sociale, quella del carcere, solo immaginata, ma che ha finito per suscitare profonda suggestione. Questo senso di sospensione, tuttavia, è stato dissolto grazie proprio all’accoglienza dei detenuti riservata agli studenti, che hanno interiorizzato le esperienze dei loro interlocutori con una rinnovata consapevolezza. L’occasione, dunque, ha rappresentato un vero e proprio scambio di vedute, un incontro tra compagni di scuola all’insegna dell’universale linguaggio del teatro quale mezzo di diffusione della cultura della legalità.

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